sabato 27 aprile 2013

Cancro e sessualità


Ivana Barba





Per la maggior parte degli esseri umani la sessualità  costituisce un aspetto essenziale della qualità della vita, una parte vitale dell'intimità affettiva nelle relazioni sentimentali.
E' noto come il funzionamento sessuale possa
essere influenzato da stati d'animo anche in persone sane con un buona relazione di coppia.
La diagnosi di cancro altera per una serie di ragioni fisiche ed emotive la vita sessuale.
Eppure solo di recente gli effetti del cancro sulla sessualità hanno ricevuto un attenzione adeguata.
Da una ricerca su Meline (per es. fino giugno 1998) risultavano pochissimi riferimenti bibliografici.
Una possibile ragione è rappresentata che le parole sesso e cancro appartenono a campi mentali opposti.Il sesso rimanda a significati di piacere gioia e nuova vita, mentre il cancro si associa ad immagini di sofferenza e morte.
L'altra ragione è che la sessualità è l'ultima delle priorità nella mente dei medici nella cura oncologica. Essere sessualmente attivo è importante fonte di orgoglio.
Ma la sessualità significa più del rapporto sessuale.Significa provare sentimenti sessuali.
Tutti i pazienti con malattie croniche hanno in qualche misura problemi sessuali, ma il malato neoplastico occupa un posto di rilievo per la sua particolare cronicità. Aiutando il malato a mantenere piacevole l'attività sessuale si contribuisce in modo determinante all'aumento dell'amor proprio.
Sia il sesso che il cancro stimolano forti emozioni.
Il cancro è una malattia con uno stigma. Vi è un alto numero di ragioni per le quali questa malattia ha a che fare  con la sfera della sessualità. Gli assalti del cancro agli organi sessuali avvengono in modo diverso da altre malattie. Spesso le mutilazioni del corpo danneggiano l'immagine creando ripercussioni sulla sfera sessuale.
Ci sono poi le profonde intromissioni di carattere inconscio, una consapevolezza che per essere stati "puniti"da una malattia come il cancro , si deve essere stati colpevoli di un comportamento immorale di natura sessuale.

CAUSE SOCIOLOGICHE

Esiste una correlazione tra struttura di personalità-sessualità e cancro?
I risultati delle ricerche finora condotte sul tema cancro-sesso evidenziano con certezza una correlazione secondo la quale i malati tendono per lo più ad una repressione sessuale.
Le donne che mal si adattano al sesso e che rifiutano il "ruolo" di donna risultano essere più in pericolo di ammalarsi di cancro che le altre.
Nella popolazione maschile un comportamento sessuale estremo, positivo come negativo, può condurre a neoplasie di varia forma; la sessualità repressa può portare a correlazioni con il cancro del polmone, forti desideri sessuali con più partner aumentano il pericolo di neoplasie genitali (prostata).
Dagli studi di Frederic Vester sembrerebbe esistere una relazione tra frustrazione sessuale e insorgenza di processi neoplastici mediata dall'azione ormonale.
E' noto ,che una donna distesa ed equilibrata sessualmente è meno esposta a patologie in quanto l'equilibrio ormonale indotto stimola il sistema immunitario, al contrario la frustrazione sessuale che aumenterebbe la produzione di cortisone.
Negli USA le neoplasie della mammella aumentano di circa 70.000 unità l'anno. secondo. Secondo Bander donne senza figli , nubili o singles corrono maggiori rischi.
Tra 206 pazienti femmine affetta da cancro al seno si evidenziarono le seguenti particolarità: matrimoni sbagliati, conflitti con il partner, (violenza, alcolismo). Spesso la scelta era obbligata e la sessualità non era soddisfacente procurando aggressività e sensi di colpa.
Un'altra indagine  metteva a confronto il profilo caratteristico tra affette da neoplasia uterina e soggetti sani (100 casi). Stephenson e Grace riportarono i seguenti risultati:

  • avversione per i rapporti sessuali fino alla ripugnanza
  • incapacità di raggiungere piacere
  • frequenti separazioni e divorzi
  • rapporti sessuali frequenti al di fuori del matrimonio
Una ricerca parallela condotta da Wolff e Riter del centro di medicina psico somatica evidenziò che su 36 pazienti intervistate il 18% considerava la sessualità nei confronti del partner senza importanza che scendeva  a 4,5 nel gruppo di controllo.
Un fattore non trascurabile è sicuramente costituito dalla cultura.
Nel sud del nostro paese il sesso è vissuto colpevolmente e con profonda inibizione, al nord con eccessiva responsabilizzazione.


CAUSE PSICHICHE

Sono le reazioni emozionali al cancro la causa più comune dei problemi sessuali. Anche la sessualità assume significati diversi a seconda della fase di malattia. Al momento della diagnosi per il significato di minaccia alla sopravvivenza che rappresenta il sesso diventa l'ultimo dei pensieri, tuttavia anche in questa fase va considerato.
Al termine dei trattamenti il paziente vive una fase di incertezza fisica ed emotiva.
Da un lato si evidenziano i ruoli cambiati , l'incertezza sul futuro, l'alterazione della immagine del corpo, i problemi sul lavoro, dall'altra la sensazione di non avere più risorse, avendole impegnate per sopportare l'iter terapeutico. In questo contesto riprendere l'attività sessuale può essere un modo per sentirsi di nuovo sani ed interi.
Evitare l'attività sessuale può derivare anche da preconcetti quali:
  • il sesso causa il cancro
  • è una punizione per un comportamento sessuale
  • non è una pratica salutare
  • è contagioso
Anche le difficoltà con l'immagine corporea causano la rinuncia al sesso soprattutto se i trattamenti hanno condotto a cambiamenti fisici visibili e permanenti come la mastectomia, la colostomia e la laringectomia.
Infatti l'immagine corporea è uno degli aspetti su cui si poggia l'autostima.
D'altro canto con l'importanza nella nostra società della bellezza fisica e della gioventù, le conseguenze dei trattamenti sono minacce emotive.
Per quanto riguarda possibili fattori psicopatologi che interferiscono con l'attività sessuale, oltre 50 studi hanno evidenziato come i pazienti affetti da cancro siano molto più depressi di quelli affetti da altre patologie.
Una simile condizione depressiva implica la perdita della capacità di provare piacere e desiderio.
Altro fattore è le reazione del partner.
E' possibile infatti che dopo un periodo di preoccupazione, sentirsi di nuovo nel ruolo di amante può non essere facile e richiedere tempo.
Le operazioni alteranti il corpo hanno in pieno un potere ed un effetto diretto sulle funzioni sessuali quando con esse si ha la perdita di necessari e vitali organi. Lo sventramento pelvico è un esempio di mutilazione sessuale; altre non meno determinanti sono la vaginectomia, la penectomia, la vulvectomia. Una colostomia o prostatectomia possono produrre impotenza se sono state danneggiate le innervazioni. La mastectomia ha un impatto sull'immagine del corpo e sull'orgoglio in senso lato. La laringectomia, operazioni maxillofacciali ed amputazioni degli arti superiori influiscono sull'immagine del corpo.
Ogni affronto all'immagine del corpo o al rispetto di se stesso crea una situazione ad alto rischio per quanto riguarda le disfunzioni sessuali. La chemioterapia può produrre impotenza o sterilità per gli uomini, sintomi prematuri di menopausa per le donne e diminuzione della libido in entrambi i sessi; la radiazione può abbreviare il cilindro vaginale e diminuire l'elasticità e la lubrificazione vaginale. La nausea prodotta dalla chemioterapia o da radiazione può essere un impedimento all'interesse sessuale.Le operazioni alla testa e al collo possono eliminare baci e altre stimolazioni orali dalle attività sessuali.
In aggiunta alla mutilazione sessuale, le attività del paziente canceroso possono essere sessualmente inibite.
I sentimenti del paziente influenzano anche il partner sessuale. Egli può temere che il ritenere lui stesso o lei stessa como incompleto/a, danneggiato/a o moribondo può condurre all'inibizione o all'astensione dal sesso e dalle relazioni interpersonali. La vergogna e l'imbarazzo possono influire sull'intimità. Dato che la nostra cultura glorifica il sesso nei termini di gioventù e perfezione fisica, molti cancerosi reagiscono con paura e possono non avviare l'attività sessuale, alcuni di questi pazienti con un già basso interesse nel sesso possono usare il cancro come una scusa per limitare o terminare l'attività sessuale. I partner sessuali possono essere essere impauriti dal dolore del canceroso e per questo inibiti nel rapporto stesso.
Alcuni partner riferiscono di essere disturbati da "stami" addominali o dal respiro di una laringectomia durante il rapporto. Il baciarsi, il rapporto, persino il dormire nello stesso letto possono essere eliminati per la paura di "contrarre" il cancro. I problemi sessuali delle donne che hanno avuto la mastectomia per il cancro al seno sono stati sono stati riportati ampiamente su testi riguardanti tale aspetto (vedi biblografia nota 3). I riferimenti generali delle pazienti che hanno avuto la mastectomia sono un senso di mutilazione, perdita dei sentimenti o femminilità e paura della morte. Per alcuni osservatori la sofferenza emotiva appare da lontano più importante del dolore fisico della mastectomia. Polivy ( vedi bibliografia nota 4) scoprì cambiamenti precisi, negativi dell'immagine del corpo in seguito alla mastectomia, accoppiata con il declino dell'orgoglio sebbene queste alterazioni non erano apparenti fino a sei mesi dopo l'operazione.
Una donna che si scopre mutilata dopo una di queste operazioni sente decrescere il proprio valore di donna, e di solito vedrà se stessa meno meno accettabile per il partner sessuale, il punto focale per la riabilitazione psicologica di una paziente che ha avuto una mastectomia, dovrebbe essere la propria immagine. La percezione della sua adeguatezza e desiderabilità sessuale dopo l'operazione dipende da molti fattori, includendo l'immagine del corpo e la percezione del partner dopo l'operazione.
Da un punto di vista maschile, la sessualità e l'intimità dopo la mastectomia possono essere acutamente stressanti.
Lo studio di Jewel e di Edwards (vedi biblografia nota 5) delle donne che subivano trattamento chirurgico del cancro pelvico-genitale, o altre procedure ampiamente demolitive, mostrava che le donne avevano una marcata e significativa diminuzione dell'immagine del corpo. Simili diminuzioni significative furono scoperte nella continuazione della relazione sessuale e nella frequenza del rapporto; quasi un terzo riportò un marcato deterioramento nel rapporto sessuale con frequenti cambi di relazioni con amanti più giovani.
Molti pazienti inoltre, riguardo agli interventi di mutilazione subiti devono affrontare radicali alterazioni del loro sistema di vita. Tali cambiamenti possono includere l'uso di un apparecchio-protesi  (esempio più comune è quello dell'ano artificiale) sporcando loro stessi con i propri escrementi e non potendo controllare le perdite di liquidi, odori o irrigazioni.
Come risultato, molti si sentono insicuri e possono considerarsi emarginati sociali. Durante la ricerca (qui riportata) di Jewel e Edward, furono intervistati 409 soggetti con i problemi sopra citati e solo il 22% disse che la loro operazione avev a interferito con le pratiche sessuali stabilite.
Questo, a riprova di un problema di occultamento di questa preoccupante situazione che interessando la sfera privata della sessualità, genera repressione e negazione del problema stesso. Vi è da dire che, comunque, i pazienti di cancro che in qualche modo hanno subito interventi chirurgici come la mastectomia o altro, hanno qualche vantaggio rispetto a quanti hanno dovuto subire operazioni al collo o alla testa, in quanto possono in qualche modo celare questo danno.


Bibliografia
Andersen B.  "Sessual morbility anang cancer survivor"1984
Grossarth-Maticeked al. "belief abaut consens of cancer patients"
Polivy J. "Psycological effects of mastectomy on a woman's feminine self concept" 
Schin W.S: "Sexual functioning, self esterand cancer care"
Sthefen Lermer Cancer and Psiche SIAD pag. 56
Frederic Vester pag 56
Bammer pag 56-57
Baider L. "Select Social-Psycological characteristic of a sampe of Israeli cancer ischaemic learth disease and stroke: yugoslave prospettive study" Journal of Psychosomatic research Vol 59


Ivana Barba Psicologa Hospice Sacro Cuore Fondazione Roma

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