mercoledì 18 dicembre 2013

Je so' pazzo


Io sono uno stronzo!
Vi domandate perché invece di dire - io sono uno stronzo - al massimo diciamo...ma che so' stronzo io?
Scusate i termini un po' grevi, ma con cretino non funziona, ...ma qualche volta possiamo ammettere di essere stronzi? Io lo sono spesso.
Accuso un senso di nausea e mal di testa credo siano i segni di uno stato influenzale, mi accorgo invece che è la reazione alle immagini ed alle parole del TG2 della sera.
Alla faccia del cambiamento, dietro i libri alzati di Bruno le facce di Alfano, Vespa e  Renzi.
Il luogo più adatto per un primo scambio di opinioni tra i due leader; l'espressione sorniona di Vespa non promette nulla di buono. A seguire l'intervista al direttore di un carcere, da cui è evaso un serial killer, che placidamente confessa di non conoscere il passato di questo signore in permesso premio.
La mia introduzione è suggerita da questa intervista.
Non ho vissuto all'estero per cui mi posso limitare a dire..  ma che paese è questo?
Per me la storia inizia negli anni 70, il ricordo delle Brigate rosse, il delitto Moro e della sua scorta,  che incontravo a passeggio davanti al Bar del Tennis.
Piazza Fontana, la strage di Bologna, Ustica e poi ancora Tangentopoli e via dicendo.
La nostra società la raffiguro come un ammasso gelatinoso capace di adattarsi a tutto e di digerire tutto. Il paese dei manager, degli uomini di apparato, dei direttori generali e dei presidenti, dei faccendieri, dei comunicatori, dei ladri, delle star, dei banchieri e via dicendo, ma anche degli idioti che leggono Vespa e di quelli, sempre idioti che  percorrono le nostre strade al volante dei SUV.
Il telefonino nuovo, le vacanze in crociera, la settimana bianca, i figli a scuola calcio....non si vedono più i ragazzini giocare sui marciapiedi.
La stupidità di non capire che l'immigrazione è una risorsa, la cattiveria delle umiliazioni inflitte.
Non amare il tuo prossimo come te stesso, ma ama il tuo prossimo che è te stesso
Tutto in una sorta di sogno confuso dove non si scorgono certezze.
Si la cosa che più mi fa soffrire è la mancanza di certezze, l'assenza di un tessuto connettivo, di un sostegno, non sono più sicuro di nulla, che peccato!
La speranza è che un giorno ci si svegli da questo sonno indotto ed artificiale riprendendo coscienza della realtà.
Tutto sommato se andrò a dormire presto non è poi cosa tanto cattiva.
Se vi domandate cosa c'entri tutto ciò con la palliazione vi posso assicurare che ci azzecca.

Leonardo

P.S.
Se pensate che quanto ho detto è risaputo siete conniventi. 

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