sabato 25 maggio 2013

Musico terapia

La musicoterapia è un approccio ancora poco diffuso e non molto preso in considerazione, ma che dà veramente ottimi risultati quando eseguito nel modo corretto. Eppure i suoi effetti più che positivi per chi si trova in stato vegetativo o per chi ha subito danni da un ictusl’effetto  sui bambini  e sui malati di Alzheimer sono ben noti.
D’altro canto la musica è parte dell’uomo, è un linguaggio che tocca direttamente l’anima ed è in grado di suscitare emozioni e sensazioni sublimi.
Secondo di Sandi Curtis,
docente di musicoterapia presso l’Università Concordia Dipartimento di Creative Arts Therapies, la musica può offrire una grande fonte di conforto alle persone che devono affrontare una malattia terminale e sono costrette in un letto d’ospedale o in un ospizio.
I risultati di Curtis si basano su una collaborazione unica che ha creato tra gli studenti universitari musicoterapia, i musicisti di un’orchestra sinfonica ed un professionista del reparto di cure palliative dell’ospedaliere.
“Il nostro studio ha mostrato come la musicoterapia si è efficace nel sollevare dal dolore, nel dare comfort, nel rilassare, nel sollevare l’umore, la fiducia, la resistenza, ossia nel migliorare la qualità della vita ed il benessere nei pazienti”, ha detto Curis
Come parte dello studio, durato tre anni, Curtis ha diviso gli studenti ed i musicisti in coppie supervisionate da un musicoterapeuta accreditato.
La ricerca è stata effettuata su 371 uomini e donne sottoposti a cure palliative di un’età compresa tra i 18 ed i 101 anni. Tutti i pazienti avevano una malattia terminale e la maggior parte con una diagnosi di tumore.
I partecipanti sono stati sottoposti ad una singola sessione di musicoterapia, della durata variabile da 15 a 60 minuti. Gli interventi sono stati progettati per affrontare quattro specifiche aree – il sollievo dal dolore, il rilassamento, il miglioramento dell’umore e la qualità della vita.
Tre pazienti le cure palliative sono stati tanto confortati dall’esperienza che le loro famiglie hanno chiesto all’equipe di musicoterapia di tornare a suonare musica soft per loro quando sono morti.
“In altre due occasioni, per il forte legame che si è creato durante le sessioni precedenti di musicoterapia, al team di musicoterapia è stato chiesto di suonare anche ai funerali dei pazienti” ha aggiunto Curtis.
Il potere della musica è davvero extra-ordinario, ed è davvero un peccato che venga adoperato così di rado specialmente nell’ambito delle cure palliative.
Potrebbe essere un modo per aiutare chi lo sta vivendo, ad attenuare il dramma della morte, a donare al loro animo una nuova pace, un’armonia che, inevitabilmente, si perde davanti alla falce nera

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